Marco ti aspetta con la musica a un volume leggermente alto e l’atmosfera di una serata tra amici.
Nel giro di pochi minuti hai dimenticato il mondo fuori dalla porta e sei completamente lì.
Spenta la musica, che apre e chiude la lezione ma non la accompagna, poche parole che vanno dritto al punto, Marco non perde tempo, sei subito dentro la pratica.
Marco ti mette subito a tuo agio e tutto diventa semplice, voli sempre più in alto, non è una sfida con te stesso o col vicino di tappetino ma un viaggio che parte dal corpo e arriva in un luogo imprecisato dentro di te.
La pratica di Marco è sempre molto ricca, nulla è scontato e ogni volta ti ritrovi a dare di più.
Talvolta ferma tutto all’improvviso per spiegare un dettaglio che poi capisci che dettaglio non è.
Dettaglio dopo dettaglio, capisci che potresti andare avanti all’infinito, nello yoga ci sarà sempre qualcosa di nuovo da imparare. Soprattutto quando pensi di sapere già tutto.
Ho cominciato a praticare yoga nel 1997 a New York dove ho vissuto per 14 anni. Ciò mi ha dato l’opportunità di esplorare i più svariati tipi di pratica sin dall’ inizio. In breve tempo, il potere trasformativo della pratica si è fatto sentire e così la necessità di esplorare, approfondire e apprendere il più possibile. Nel 2001 il primo viaggio in India durato 6 mesi, nel 2002 il primo corso di formazione sotto la guida di Louisa Sear e Lance Schuler a Byron Bay in Australia. Nel 2003 il magico incontro con Clive Sheridan che tutt’ora seguo nei ritiri in India e Europa.
Tutta la mia gratitudine va a Sri Dharma Mittra per la purezza con cui condivide la pratica. A Guy Donohue il mio primo insegnante di Ashtanga vinyasa insieme a Matthew Sweeney. A BHAVA yoga il “mio” primo studio yoga. Alla yogini Jenny Kapuler, allo stile Anusara yoga per aver alleggerito il modo in cui pratico e Biff Mitthoefer.