Arriviamo in Śālā sul tappetino, ci sdraiamo.. Prānāyāma, Āsana e Śavasana.. Stiamo bene. Merito di Vīrabhadrasana eseguito perfettamente? O di Ardhacandrasana in impeccabile equilibrio? Può essere. Merito di qualcosa di meno superficiale? Molto più probabile. Più il mio percorso ha la possibilità di proseguire, più mi affascina approfondire il “sentire” con gli occhi ed “osservare” con la pelle. Stimolare l’intelligenza del corpo e ascoltare cosa succede quando una pratica segue una linea, oppure una linea opposta, e scoprire che gli opposti esistono per coesistere. In questo fase della mia vita il mio studio personale è meno sui libri e più sul tappetino. Lo Yoga è una medicina. Questo è l’aspetto che mi attrae. Idā e Pingalā. Nādī. Kanda. Sūrya e Candra. Gangā e Yamunā. Sappiamo tutto ma cosa resta dopo la conoscenza e lo studio? A me interessa sapere e sperimentare che impatto hanno sul nostro corpo e sistema nervoso l’attivazione di questi canali energetici ed ascoltarne gli effetti. A giugno vado a farlo in montagna. Se vi va, sapete quanto ami parlare e condividere esperienze!